Cosa fare a Cabras (ultima tappa ontheroad 2016)

Lasciata la magnifica Costa Verde, mi rimetto sulla SP 66 e poi imbocco la SS 126 direzione Arbus, che incontro nel mio tragitto, dopodichè Guspini, dove mi perdo facendo sette volte il giro del paese (ma questa è ordinaria amministrazione), proseguo quindi per San Nicolò d'Arcidano e Terralba, anche se volevo passare per Marceddì (ma avete capito qual è l'ordinaria amministrazione!), e da Marrubiu imbocco poi la SS 131 direzione Oristano. Da qui Cabras dista una manciata di chilometri ed è uno dei miei posti preferiti della zona dove mi piace tornare molto spesso.

Vi starete chiedendo perchè, e io allora Vi do 5 motivi per visitare Cabras e il suo meraviglioso territorio, 5 cose da fare assolutamente.

1) Prima di tutto, è d'obbligo un giro tra le vie di questa cittadina che conserva l'impianto urbanistico con il quale è nata, con le sue celebri case ad un piano e i portali d'ingresso tipici della casa campidanese. Crabas (in sardo), circa novemila abitanti, sorge sullo stagno omonimo, anche se il suo nome corretto è Mari Pontis, ed ha ancora quell'antico affascinante sapore di un piccolo borgo di pescatori.

2) E poi c'è da assaggiare la Bottarga (uova di muggine salate ed essicate), meglio conosciuta come l'Oro di Cabras, o il caviale del Mediterraneo, uno dei prodotti tradizionali della Sardegna e, in particolar modo, di questa parte dell'Isola. E qui, non potete davvero non assaggiarla, che sia a fette per un antipasto o per arricchire un contorno, che sia grattugiata sopra un buon piatto di spaghetti olio,aglio&peperoncino! Io quest'anno son capitata proprio nei giorni della sagra dedicata interamente alla pregiata pietanza. In Piazza Stagno, durante l'ultimo giorno, un vento fortissimo ha portato l’aroma intenso della bottarga per le vie del paese, così come il profumo di arrosto del pescato del giorno. Una festa per i palati golosi come il mio!

3) Per tutti gli amanti della storia, il territorio di Cabras sarà un parco di divertimenti. Abitato fin dal neolitico, i popoli che si son succeduti millennio dopo millennio, hanno lasciato in eredità a tutti noi meraviglie archeologiche dal valore inestimabile. A partire dal sito prenuragico Cuccuru is Arrius che ospita una necropoli e diversi insediamenti, un tempio a pozzo nuragico ed una necropoli. Il sito Sa Osa, anch'esso prenuragico, ha restituito pozzi e strutture abitative, numerosi reperti ceramici e ossa animali e soprattutto la preziosa testimonianza, nei semi d’uva, dell'antichissima coltura della vite in Sardegna. Le rovine della magnifica città di Tharros Vi invito ad andare a vederle, fondata dai Fenici tra il VIII e il VII sec. a.C., frequentata fino ad età medievale, Vi lascerà senza fiato!!! Vi segnalo il magico evento musicale "Notti di Tharros", che si tiene ogni estate e che vede la partecipazione di grandi artisti nazionali e internazionali proprio nella suggestiva area archeologica.

Ma Cabras è diventata famosa negli ultimi tempi per i mastodontici Giganti di Mont'e Prama, sculture imponenti nuragiche a tutto tondo con una datazione incerta che oscilla dal IX secolo a.C.  all'XI secolo a.C, risorte da una grande necropoli, la quale oggi si pensa sia stato un sito in cui venivano celebrati gli antenati-eroi attraverso l’esaltazione della potenza e della grandezza, quali valori dell'’aristocrazia del popolo nuragico. Io li ho visti quest'anno per la prima volta al Museo Civico "Giovanni Marongiu" della città. Forse una delle visite più emozionanti e cariche di eccitazione che mi sia mai capitato di fare. I brividi!

Riprendo una didascalia del pannello che precede l'ingresso nella sala dedicata ai Giganti, per farVi meglio capire:

"...nella Mostra non incontrerete ciò che crediamo di sapere sulle sculture, ma ciò che scientificamente è stato possibile apprendere e comprendere su di esse, dialogando con loro e col mondo a cui esse appartengono. L'incontro potrà aver luogo, se ci predisporremo ad esso con autenticità. Le statue si dimostreranno capaci ma anche desiderose di rivelarsi. Sapranno dire di sè ciò che sapremo ascoltare. Predisponiamoci dunque all'ascolto, creando un paesaggio sonoro capace di lasciar risuonare, intorno a noi e in ciascuno di noi, la flebile ma niente affatto evanescente voce delle statue."

4) Uno dei miei posti preferiti nel territorio di Cabras, che consiglio spesso, è San Salvatore. Ve ne ho già parlato l'anno scorso (per chi si fosse perso il post, eccolo QUI), è un grazioso villaggio sospeso nel tempo, centro religioso temporaneo con basse casettine affiancate l'un l'altra. Disabitato per gran parte dell’anno, si anima in occasione delle celebrazioni in onore di Cristo Salvatore, il primo weekend di settembre; festeggiamenti molto sentiti che culminano con la celebre Corsa degli Scalzi, alla quale io ancora non ho purtroppo assistito ma che Vi invito tutti ad andare a vedere!!!

5) Menzione a parte per le magnifiche spiagge dai chicchi di riso che incorniciano il comune di Cabras: Is Arutas, Maimoni, Mari Ermi, danno vita ad un interminabile litorale di granelli di quarzo dalle mille sfumature di rosa, di verde e di bianco (sì qua trovate pure le sfumature del non-colore per eccellenza!) bagnati dall'acqua cristallina, dall'impalpabile turchese di un mare lì a volte temibile. C'è l'Isola di Mal di Ventre proprio lì davanti, San Giovanni con la sua spiaggia che termina nel punto più a sud della Penisola del Sinis, capo San Marco. Sono posti di una straordinaria bellezza, immersi nella natura, dove l'uomo non ha esagerato con il cemento e nei quali il profumo della storia si confonde con quello del sale. Io personalmente ho nel cuore la spiaggia di Maimoni (e Ve ne ho già parlato QUI) e i panorami sconfinati di capo San Marco!

C'è un'altra cosa da fare prima o dopo essere stati a Cabras: leggere il romanzo La Bella di Cabras, dello scrittore sassarese Enrico Costa. Io l'ho comprato al museo "Giovanni Marongiu", colpita dal titolo, e l'ho divorato in due giorni. Sebbene venga narrato un dramma d'amore struggente che tiene con il fiato sospeso per tutte le trecentonovantasei pagine, l'autore ci regala un quadro dettagliato e interessantissimo della società sarda di fine '800, in particolar modo, della società Crabarissa (concedetemi il termine sardo) di quel periodo, inserendo tra una riga e l'altra usi, costumi, tradizioni, paesaggi, visioni del mondo, che una volta che si è stati a Cabras sembra di rivedere passo dopo passo, casa dopo casa. A me personalmente è sembrato che la lettura di questo libro, scritto nel 1887, abbia completato la visione d'insieme di questa bella città nel 2016. Leggere per credere ;)

Ed è con Cabras che finisce il giro estivo della mia #sardegnaontheroad, adesso è tempo di preparare le tappe invernali!

Buon Viaggio a tutti Voi!

 

Tags: oristano, cosafare, cabras

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