• Viaggi
  • Italia
  • PugliaOnTheRoad - Posti da non perdere

PugliaOnTheRoad - Posti da non perdere

Quando son arrivata in Puglia, per la prima volta una settimana fa, mi è stato chiesto perchè dalla Sardegna me ne fossi andata fin lì. La prima cosa che mi è venuta in mente, mentre incredula guardavo negli occhi il mio interlocutore, è stata: ma qui il buon campanilismo che fine ha fatto? 

Ho scelto la Puglia perchè, innanzittutto, è Sud ed io ne son innamorata a priori. Dalle forti tradizioni alla lunga storia, da quel carattere gentile, ruvido e semplice alla rara bellezza dei luoghi; quel dannato (per molti) e malinconico modo di essere, che fa sentire, a volte, dimenticati da tutto il resto d'Italia, sentimenti insomma vicini a noi Sardi se non comuni a tutta la parte meridionale! Il casus belli è stato però scatenato dal Sig. Instagram che mi ha bombardato (o forse me la son cercata io!) di foto pazzesche e dai colleghi blogger che hanno stra-consigliato questa regione attraverso interessanti racconti, ad un certo punto, non ho più resistito: un RyanAirconomico  biglietto aereo Cagliari-Bari per la traversata tirrenica e una prenotazione SicilyByCar per il classico on-the-road che tanto mi piace.

alberobello

Alberobello è stata la prima doverosa fermata pugliese. Io che ci son arrivata da Matera (prima tappa di questo viaggio) in un'oretta, ho preso la scorrevole SS7 direzione Taranto, dopodichè la SS100 per qualche chilometro, il tanto di circumnavigare Mottola e poi una stradina, di primo acchito di campagna, direzione Noci prima e Alberobello poi.

Nel cuore della Valle d'Itria ho attraversato paesaggi emozionanti: la terra rossa si lega al verde brillante degli infiniti vigneti mentre il bianco candido delle masserie si intona al verde scuro degli oliveti secolari, il tutto arricchito dalle piccole e tipiche abitazioni in pietra a forma di cono: i trulli

Alberobello, capitale dei trulli, è una città di circa undicimila abitanti, quindi non Vi aspettate il piccolo borgo di soli trulli vecchi e carini che mi aspettavo io. Alberobello è così grande e così moderna, che appena entrati ci si chiede se il navigatore non abbia sbagliato. Mentre ci si addentra iniziano a sbucare nuove bianche costruzioni sovrastate dal tipico tetto a trullo fino ad arrivare nel cuore della città...ed eccoli finalmente: mila e mila trulli tutti vicini l'uno all'altro nel centro storico diviso in due, Patrimonio dell'UNESCO dal 1996, nel Rione Monti e nel Rione Aja Piccola. Mi ha colpito la storia della nascita dei trulli e mo ve la voglio raccontare. Nel lontano XIV secolo la terra disabitata della Valle d'Itria venne assegnata, come premio per i servigi resi durante le Crociate, al primo Conte di Conversano, principe di Taranto prima, re di Napoli poi. La zona venne pian pianino popolata di nuovo e iniziarono a sorgere così piccoli e nuovi villaggi. La particolarità di questi agglomerati era che dovevano sottostare alla rigida tassazione (l'IMU degli avi insomma) del Regno di Napoli e allora per evitare questo, gli astuti abitanti si erano ingegnati a costruire qualcosa di vivibile ma che si potesse velocemente distruggere in caso di improvvisi controlli. I trulli erano costruiti a secco, senza malta, con le chianche del tetto incastrate fra loro, con grosse mura (non avendo elementi di sostegno) e senza finestre (se non qualche piccola apertura), in modo che potessero sì essere smontati velocemente ma anche avere una capacità statica e termica tale da poterci vivere. Ditemi se non son stati dannatamente perspicaci!!!

A me Alberobello è piaciuta così tanto che vorrei raccontarVi tutto e niente perchè vorrei che ci andaste per capire quanto bello può essere tornare bambini! Mi sentivo come dentro una fiaba, dove non si sente lo scorrere del tempo e dove tutto sembra possibile. Aver trovato poi tantissimi piccolini che giravano e schiamazzavano intorno ai trulli e tanti gentili vecchini con i quali parlare è stato come avere la certezza che l'atmosfera di questo posto è davvero felice, spensierata, da favola. 

E quindi no, non Vi racconterò di quanto surreale sia la Chiesa a trullo, di quanta ilarità susciti il trullo siamese che pare un pò goffo, di quanto divertente sia stato indovinare i grandi simboli che individuano la chiave di volta sui tetti conici, di come sia stato incredibile alloggiare in un trullo tutto mio per una notte o di quanto è stato bello fare la trottola davanti all'immenso Trullo Sovrano.

Andateci e poi mi direte :)

(Io da parte mia Vi consiglio il Tipico Resort per alloggiare dentro un adorabile trullo e il ristorante Favola in Tavola per continuare con la magia anche tra i gustosissimi piatti tipici.)

Lasciata Alberobello la mattina seguente, imbocco la SS172 direzione Locorotondo (qui avrei voluto fermarmi ma sarà per la prossima volta), dopodichè seguo sulla SP134, SP11 e SP17 direzione Ostuni, la Città Bianca.    

ostuni

Raggiungo la mia tanto desiderata tappa in poco più di mezzoretta e, trovato subito un parcheggio (anche io ogni tanto na botta de...!), mi incammino prestissimo dentro una silenziosa Terra, la città vecchia, il centro storico. Inutile dirVi che mi son persa di continuo con il naso all'insu tra i vicoletti candidi dalle porticine colorate, dove gli archi abbelliscono le alte mura degli edifici tinteggiate di calce e fiori&piante decorano ingressi, balconi e la tante (tantissime!) scale.

E' visitabile in una giornata, basta armarsi di scarpe comode per girovagare dalle possenti (e bianche anch'esse) mura difensive aragonesi che proteggono la città, alla Cattedrale ambrata che svetta sulla medievale piazza del Balio e il cui meraviglioso rosone è il secondo più grande presente in Europa, e alla luminosa piazza Libertà, nella quale il convento di S. Francesco dona un po' di rococò settecentesco dopo tutto quel barocco pugliese, aggrappato alla colonna di Sant'Oronzo, patrono della città.

Ostuni si erge magnifica su tre colli della Murgia, in mezzo ad una distesa infinita di uliveti ed un mare azzurro, un accecante bagliore anche nelle giornate più uggiose, è un vero e proprio labirinto che regala scorci dalla bellezza estiva, luminosa, a tratti greca. I panorami che regala da ogni punto sono a volte vasti e sconfinati, a volte racchiusi in qualche bella cornice. 

Devo essere sincera, Ostuni è molto particolare e mi è piaciuta un sacco è vero ma, probabilmente, l'ho idealizzata così tanto che quasi ne son rimasta delusa o, forse, una giornata non può bastare per apprezzarla appieno. Me la son immaginata d'estata invasa di persone, con la musica a palla e tutti i locali aperti a colorarla, credo che tornerò proprio in quel periodo per conoscerla in una veste più allegra, sebbene sia già radiosa nel silenzio dell'autunno!

monopoli

Lasciata Ostuni, una lunghissima e drittissima SS16 mi porta fino a Monopoli, tappa inizialmente non prevista ma necessaria a saziare la mia curiosità. No, non ci ho trovato Parco della Vittoria, ma un ristorantino eccellente (ci son arrivata ad ora di pranzo!). La Dolce Vita mi ha offerto oltre che un antipasto degno del posto (una pepata di cozze così buona e servita come Dio comanda che me la sogno ancora la notte!), l'anticipazione di quella che sarà poi la visita del centro marinaro che è Monopoli. Il profumo di mare nella spaghettata alle vongole è lo stesso che si respira per le vie di questo borgo di pescatori che si mischia al profumo di storia alto-medievale tra le case anche qui imbiancate a calce, le viuzze lastricate,  le antiche piazze, le grandi e vicine chiese e gli eleganti palazzi nobiliari. E se i sensi del gusto e dell'olfatto qui sono pienamente appagati, la vista non lo è da meno: i coloratissimi gozzi in legno rosso/celeste regalano al centro che pare nascere dal mare una variopinta scenografia. 

Il vento quel giorno soffiava fortissimo e le onde che si infrangevano sulle mura del Castello e del porto antico hanno fatto da cornice ad un orizzonte nitido, azzurro verso il mare e di un verde-beige zigzagato verso sud, dove le coste son basse, frastagliate e spettacolari.

Monopoli mi è piaciuta un sacco, ma ben presto l'ho dovuta lasciare per raggiungere, sulla scorrevole SS16, la tanto desiderata e fortemente voluta quarta tappa: Polignano a Mare.

polignano a mare

E Polignano è pura poesia!

Centro storico piccolo piccolo (anche se la città è abbastanza grande!) arroccato su grosse e alte falesie scavate dal mare che danno vita a moltissime grotte (quella Palazzese qui e in tutta la Puglia è la regina indiscussa) e, anche questa volta, me la son immaginata d'estate: quanto snorkeling avrei fatto! E' stato già spettacolare vederle da su, aggrappata alla balaustra a picco sull'acqua, quel giorno più simile ad una spruzzata di schiuma. Le case non sembrano costruite, piuttosto nascere dalla roccia sulla quale poggiano. Il borgo antico, sullo sperone roccioso, in un dedalo di vie, una grande piazza e un grande arco marchesale che ivi segna l'ingresso ha qualcosa però che in pochi hanno, tantissime terrazze che si affacciano sull'Adriatico che regalano al viaggiatore una passeggiata mozzafiato.

Un'altra particolarità del piccolo centro sono le numerose iscrizioni su porte, scale e muri che tanto mi son apparse come un vagabondare di un'anima senza porto. Aforismi e massime trascritte in maniera disordinata ma che scoprirò poi avere un ordine artistico tutto loro.

Su tutta la costa, le insenature tra quelle rocce così aspre sono il paradiso per i tuffatori, per i romantici, per chi ama fotografare. Non c'è un angolo a Polignano che non sia, direbbe qualcuno, instagrammabile! La suggestiva spiaggia Lama Monachile sotto il centro storico, celebre su tutti i social, è un gioiello incorniciato dalla roccia altissima sulla quale si stagliano gli edifici stretti e alti dai colori tenui. Continuavo a girare su me stessa, e subito mi son venute in mente le Cinque Terre, che fosse ligure il costruttore di Polignano?

Patria del cantautore Domenico Modugno, al quale è stata dedicata una statua proprio sul lungomare, si sente quasi riecheggiare nell'aria la sua "Vooolaaaareeee oh oh..." , soprattutto nei giorni di vento che ho beccato: distendere le braccia (Titanic style), respirare tutta quella bellezza che la natura e l'uomo hanno tirato su e sentire l'anima che, giuro, vola. Un momento indimenticabile.

(Anche qui ho qualche consiglio da darVi: per alloggiare il centralissimo B&B Santo Stefano, dove la camere non sono semplici numeri ma hanno il nome dei colori più belli; per degustare un'ottima focaccia barese la Focacceria del Ponte; per spuntinare un buon yogurt artigianale o una dolce crepes da Joya Canti di Stagione, che già dal nome mi aveva conquistato!)

Il mio road trip sarebbe stato anche concluso ma...la curiosità come al solito non mi ha fatto andar via senza una sosta nella piccola località balneare di San Vito, proprio a qualche chilometro da Polignano verso Bari. Avevo sentito di una leggenda e come tutti i sognatori romantici mi son ritrovata sotto l'imponente abbazia benedettina che nasce sul mare, in men che non si dica. Si racconta che una nobildonna di Salerno, Florenza, durante una tempesta nel fiume Sele, venne miracolosamente salvata da un'apparizione di San Vito al quale fece promessa e voto di custodire le sue spoglie. Florenza in seguito approdò nel piccolo porticciolo naturale con le reliquie sante che affidò alla comunità monastica basiliana, residente nelle grotte sotto l'attuale immensa abbazia che venne costruita poi attorno al X-XI secolo. 

Tutta questa poesia è sublimata da coste basse e frastagliate, dall'acqua verde smeraldo, dai gozzi coloratissimi e da un gentil signore, seduto in angolo al sole su una sedia tutta scritta che mi ha confidato, orgoglioso, essere quel "poeta non poeta" che ha appuntato per tutta Polignano (e pure qui a San Vito) i suoi pensieri di "poeta non poeta". E' lui, Guido Il Flaneur. Il gentiluomo sfaccendato che vaga per le vie cittadine che esprime attraverso le parole dei grandi scrittori e poeti, le emozioni provate davanti ad un determinato paesaggio, con lo scopo di far approcciare i giovani, e non, alla bellezza che si cela dentro la letteratura vissuta attraverso la bellezza dei posti. Io l'ho trovato semplicemente geniale!

*

Tre giorni per quattro tappe assolutamente straordinarie. Lo so, son poche, infatti questo è stato solo il primo assaggio di Puglia...l'anno prossimo si replica e io già non vedo l'ora ;)

 

Tags: puglia, cosafare

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna