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Milano - Reportage di 48 ore meneghine

Il weekend a Milano è stato un regalo arrivato per caso alla vigilia del mio compleanno, quando attraversavo a piedi un incantevole tratto di costa vicino casa alla scoperta più che di questo, di me, del tornado dentro me. E' arrivato dopo diciotto giorni dal mio rientro dall’America, diciotto giorni durante i quali ho accusato duramente il colpo del ritorno a casa in una diversa veste emotiva, mentale e corporea. Un proverbio cinese dice che chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita, ecco, appunto.

Il viaggio a Milano poteva essere la mia salvezza e in realtà io ho fatto sì che lo fosse perché il potere che diamo a ciò che ci succede e a ciò che ci circonda sta tutto nella nostra mente. Quindi prima o poi quella scossa arriva insomma, quella che ci da una svegliata. Milano, lo dico sempre, è la mia America. Profumo di possibilità al gusto di occasioni infuse in capacità, risorse e mezzi. È tutto e il contrario di tutto, è bene e male, è ricchezza e povertà, è chic e popolare, è armonia nelle sue stonature, è, soprattutto, quello che vogliamo che sia.

Sulla Darsena di MilanoSulla Darsena di Milano

Milano è street fishing, urban fishing se preferite. Dalla parte opposta della movida milanese, quella a cui ho preso parte intensamente in quelle 48 ore meneghine, dove i ritmi sono accelerati, il frastuono di voci e bicchieri che tintinnano non hanno fine, c’è una parte che invece è silenziosa, tranquilla e che proprio non ci si aspetta di trovare, a Milano in particolare. Pescatori, canne da pesca, pesci che sguazzano, un piccolo mondo a sè, un quadro di altri tempi e altri posti. Ne rimango affascinata ogni volta. Come se per il mio cervello che ama annientare i luoghi comuni, quella scena fosse la migliore da abbinare alla città.

Street fishing a MilanoStreet fishing a Milano

Milano è il Duomo, una delle più grandi cattedrali cattoliche del mondo. Visto, rivisto, stravisto, non stanca mai. Sembra che ci vogliano anni per catturarne ogni dettaglio ad occhio nudo, ogni volta che mi ritrovo lì davanti ne scopro uno nuovo. È un’opera di infinita bellezza, letteralmente infinita. E anche in questo nuovo weekend a Milano mi ci sono ritrovata davanti, fra centinaia di turisti (e immancabili piccioni), un po’ persa, un po’ felice, un po’ incredula.

Il Duomo di MillanoIl Duomo di Millano

Milano è il tram, giallo preferibilmente. Simbolo della città perché con esso è cresciuta. Prima trainati da cavalli poi alimentati dall’elettricità, i tram milanesi hanno un gusto retrò e molto chic, i più vecchi sono persino gli originali che scorrazzano per le lunghe vie da decine di anni. E sono gli stessi, dal color brillante e dai mobili color crema, che sfrecciano a San Francisco, donati dalla città di Milano fra il 1983 al 1998. Amo fotografarli, mi riportano indietro in un tempo che non ho conosciuto e che mi incuriosisce parecchio.

I tram di MilanoI tram di Milano

Milano è profumo di arte, quello che in America mi è mancato. A questo giro volevo finalmente entrare nella Pinacoteca di Brera ma volevo anche fortemente vedere la Biblioteca Ambrosiana ed essendo una drogata della pura essenza di carta antica ho optato per la Pinacoteca Ambrosiana dentro alla quale la Biblioteca è la degna conclusione di un percorso fatto di dipinti famosi e meno famosi, bellissimi, sale sfarzose e iconici chiostri. Entrare in una delle più rinomate e ammirate biblioteche italiane nel mondo è stato qualcosa di pazzesco.

La Biblioteca AmbrosianaLa Biblioteca Ambrosiana

Il Cardinale Federico Borromeo accumulò quattrocento anni fa codici arabi, ebraici, latini, greci, italiani, siriaci, armeni, persiani e di tutte le maggiori culture antiche del mondo e aprì questo tesoro a tutti i milanesi, cosa non scontata. Il profumo lì dentro è qualcosa che stordisce, avvicinarsi ai vecchi libri, leggerne i titoli, accarezzarne con gli occhi le copertine consumate e scolorite, passeggiare con gli occhi al cielo cercando di immaginare quante storie quei libri tengono strette fra le pagine, inventare momenti passati: la poca gente al tempo erudita che nel 1700 entrava lì dentro a leggere con panciotto e fassamano , occhiali di gran moda in quel periodo. Merita la visita (€15 biglietto ingresso Pinacoteca Ambrosiana), l’unica pecca è la Signorina Rottermeier (qui sotto) che ha insistito che la lucina timida del focus della Sony fosse il flash con un fare così scorbutico che Federico Borromeo mi scuserà se fra quelle sacre mure ho risposto a tono.

Il guardiano della Biblioteca aka Signorina RottermeierIl guardiano della Biblioteca aka Signorina Rottermeier

Milano è happy hour, amici, calici in alto, confessioni, risate, pettegolezzi, una boccata d’ossigeno dopo una settimana dentro quattro mura, staffette tra locali che si sfidano a chi ha il buffet più ricco e il prezzo più basso, via vai senza sosta sui Navigli, cascate di Spritz e colate di gin e vodka che lì sono protagonisti già dalle sei del pomeriggio, il freddo porco non disturba tutto questo, d’altronde la tequila a quello serve. Il momento in cui Milano risorge è proprio questo, ovunque è festa, vita. Vie sperdute e anonime si ravvivano grazie a lavagne colorate dove un numero cinque davanti al simbolo della nostra valuta invita tutti a berlo quell'Aperol corretto quando ancora in Inghilterra stanno sorseggiando il tè. Non sono abituata a tutto questo d’inverno, mi meraviglia e mi diverte. Le cene orientali in ristoranti affollati, le serate lungo vie interminabili strapiene di gente per strada, locali di pietra e led, di legno e edera, piccoli, grandi, liste di attesa, ressa sugli usci, voglia di divertirsi senza pensieri.

Fra i Navigli per l'happy hour milaneseFra i Navigli per l'happy hour milanese

Poi Milano è anche stronza. D’improvviso mi riporta alla realtà. Mi introduce l’altra faccia della medaglia che lascio al centro fra vetrine sbrilluccicanti, profumo di benessere e occhi che sognano ad occhi aperti cose materiali che mai potranno riempire vuoti. Inizia con un mercato improvvisato lungo diverse traverse, sembra nato dal niente, teloni bianchi uno sull'altro, sulla strada che porta alle Colonne di San Lorenzo. Un cartello consumato dice che lo si trova fino alle 22 i martedì e i sabati. Occasioni da non perdere riempiono i polmoni dei venditori: mucchi di giubbotti ad 1 euro, cartelli gialli indicano l’offerta del giorno, prezzi stracciati di scarpe spaiate, mani che frugano voraci, la folla si disperde fra i banchi disordinati, la pelle di chi frequenta questo posto è di tutti i colori, le lingue si mischiano in accenti diversi. Cammino, osservo, già qui mi sento più a mio agio dentro un viaggio nel viaggio. 

Mercati milanesiMercati milanesi

E poi continua Milano a mostrarmi la sua realtà oltre alla facciata, la realtà più brutta e crudele. Mi ritrovo di passaggio, per puro caso, in via De Amicis, al civico n. 2, davanti all'installazione artistica Wall off Dolls, ideata da Jo Squillo e divenuta simbolo contro i femminicidi e la violenza sulle donne. Nel bel mezzo della vita milanese fatta di sciure frettolose con pellicce bagnate di Chanel, clacson maleducati, palazzi color pastello da cui sventolano bandiere arcobaleno, l’agghiacciante ritorno al presente che, durante un viaggio, sembra lontano, non esistere. Bambole inquietanti appese ad una rete su un muro bianco che sottolinea tutta la sporcizia che la silenziosa protesta artistica ha bisogno di far vedere, obbligano a ringraziare la vita che per molte non è stata quella sperata. Continuo a camminare ma un’ombra sento che mi avvolge il cuore.

Wall of Dolls - MilanoWall of Dolls - Milano

Arrivo alle Colonne di San Lorenzo, le vedo a questo giro per la prima volta in più di dieci anni che vado e torno da Milano. Un tocco classico con duemila anni di storia, le scarpe appese ad un filo (che cliché), locali tutt’intorno, ragazzi seduti sulle panchine, street art a profusione, palazzi colorati di chiaro, qualche senzatetto pensieroso, negozi e botteghe, serrande graffitate con ordine, clerares le chiamano. Ma anche muri dove scoppia una decorosa e attenta street art, la mia attenzione viene rapita, manco a dirlo.

Colonne di San LorenzoColonne di San Lorenzo

Uno dei centri dello spaccio (così almeno mi hanno detto...) e centro della movida, quartiere pittoresco di giorno, quartiere spensierato di notte. A me questa atmosfera a metà mi ha intrigato, le cose strane sono sempre le mie preferite. Quelle un po’ sporche, ruvide, che nascondono segreti e storie inconfessabili. 

Le Colonne di San Lorenzo all'imbrunireLe Colonne di San Lorenzo all'imbrunire

Ecco cosa tutto è Milano.
Ai miei occhi e a questo giro, almeno.
Chissà cosa tutto sarà la prossima volta.
E per voi, cos’è Milano?

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