Sardegna on the road – perchè andare sull’Isola di San Pietro

La seconda tappa de #lamiasardegnaontheroad all’inizio di quest’anno mi ha portato all’estremo sud-ovest della Sardegna, a me in parte sconosciuto!

E’ stata una scoperta straordinaria, uno dei quei road trip che mi porterò dentro per sempre!

Dalla Gallura son scesa fino all’Isola di Sant’Antioco (che però non ho avuto modo di girare ancora se non un veloce giro di Calasetta e dintorni che vedete nella prima decina di foto della gallery sotto!) e mi son imbarcata dalla bellissima Calasetta per l’Isola di San Pietro. Non voglio annoiarVi dicendoVi di quanto sia stato facile innamorarsi anche di questa parte diSardegna, voglio invece elencarVi 5 buoni motivi per andare a vedere con i Vostri occhi l’isola dentro l’Isola!

1) Vi sembrerà di fare 3 viaggi in uno!

Non scherzo, è proprio così! Appena arriverete sull’Isola di Sant’Antioco, nella cittadina di Calasetta, da dove prenderete il traghetto (qui gli orari) per Carloforte sull’ Isola di San Pietro, verrete catapultati in Grecia! Case bianche e celesti, tetti a terrazza, viuzze strette ma luminose, il mare tutt’intorno, profumo di pesce appena pescato, pescatori al molo che districano reti rosse e gialle e una marea di gente! Una volta sbarcati aCarloforte dalla Grecia passerete alla Liguria in un battibaleno! La cittadina fu fondata da una colonia di pescatori liguri provenienti da Tabarka, un’isola al largo della Tunisia. Le sue origini son tuttora presenti nel dialetto (che per un Sardo è davvero stranissimo sentire!), nei costumi, nella gastronomia e nell’impostazione urbanistica! Una volta lasciata Carloforte, unico centro abitato, entrerete finalmente in Sardegna. E Ve ne renderete conto per la magnificenza dei paesaggi: acqua cristallina, calette rocciose nascoste, macchia mediterranea rigogliosa, falesie a picco sul mare, spiagge da sogno.

2) Vi leccherete i baffi con le ricette tipiche del posto!

A Carloforte le influenze nord-africana e ligure del passato si amalgamano con i sapori tipici sardi e il risultato è…golosissimo!!! Fate in modo di capitarci durante la Sagra del Cuscus Tabarkino e scoprirete un nuovo mondo! Il celebre cuscus Cashcà, piatto a base di semola cotta a vapore armonizzata con verdure e spezie, Vi conquisterà, così come lo stoccafisso alla Tabarkina, ma anche la Cappunnadda, piatto povero a base di gallette ammorbidite nell’acqua e condite con olio, aceto, pomodori etunnin-a(tonno salato), il Tonno in tutte le sue varianti (non perdeteVi nemmeno il rinomato Girotonno, una grande festa di sapori e profumi!!!) e la Farinata. Lasciate spazio anche per i dolci mi raccomando: panetti con i fichi, giggeri e canestrelli sono come le ciliegie, uno tira l’altro!

3) Il vento regalerà panorami da urlo!

Il vento in Sardegna non manca, se poi parliamo della piccola Isola a sud, diciamo che il vento non si calma mai!! Ma è un aspetto positivo perché proprio il vento regalerà un mare spettacolare in burrasca nella punta nord, acqua esageratamente limpida nella punta sud; nuvole che corrono nel cielo veloci per lasciare spazio ad un orizzonte limpido che si confonde con il mare. Il vento innalzerà musica di flauto fra le barche del piccolo porto e profumo di spezie tra le viuzze colorate.

4) Rimarrete affascinati dalla storia di Carloforte!

La cittadina è comune onorario della città di Genova e fa parte del circuito dei “I borghi più belli d’Italia”. L’Isola fu abitata fin da epoca preistorica, come indica la presenza di alcuni nuraghi. Il suo nome fenicio è ‘YNSM‘ cioèInosim (“isola degli sparvieri”) ma solo nel 1738 nasce il borgo di Carloforte, in seguito alla concessione dell’isola da parte del re Carlo Emanuele III ad un gruppo di famiglie originarie di Pegli, in Liguria, ma residenti a Tabarka, in Tunisia. Questi erano stati originariamente trapiantati qui nelCinquecento dai Lomellini, i signori di Pegli, per sfruttare i ricchi banchi di corallo a poca distanza dalla costa tunisina, ma due secoli più tardi diventarono oggetto di vessazioni da parte del bey di Tunisi quindi ridotti in schiavitù. Carlo Emanuele III allora concesse l’Isola a Don Bernardino Genoves e ordinò il trasferimento dei Tabarkini sull’isola sarda. Il centro abitato fu originariamente costruito in legno, poi in muratura dall’ingegnereA. De la Vallée, con i colori e le costruzioni tipiche di Genova.

5) Le celebri tre meraviglie naturali da non perdere sull’Isola di San Pietro.

La bellissima spiaggia La Bobba, con sabbia fine, fondale basso e acqua cristallina; la suggestiva Cala Fico, rocciosa e dai fondali ricchissimi di pesci; le Colonne, due grandi faraglioni (entrambi alti 16 m circa ma, causa forti mareggiate, qualche anno fa una Colonna è stata dimezzata!), protetti come monumento naturalistico. A queste tre imperdibili attrazioni, aggiungerei anche il faro di Capo Sandalo, il faro più occidentale d’Italia, che sorge su un’incantevole scogliera a strapiombo sul mare.

***

Un consiglio spassionato che Vi do è di girarVi l’Isola on the road, è facile trovare tutti i punti più interessanti e, con un po’ di avventura, anche quelli più nascosti, tutto è ben segnalato ed è impossibile perdersi. E’ un’isola tranquilla, non c’è traffico sui pochi nastri d’asfalto che la attraversano, i suoi abitanti son gentili e sorridenti. La Vostra permanenza sarà piacevole, tanto quanto lo è stata la mia!

Buon Viaggio

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