La raccolta della Lavanda di Elvio - Che festa!

Fatica, sudore, sorrisi, risate. È festa! 

La raccolta della Lavanda di Elvio è un momento magico, ormai un rito carico del sapere di un uomo che ha piantato una sfida e ha raccolto un sogno che si ripete da quindici anni.

Sono stata per la prima volta nel campo di viola fiorito di Signor Elvio nel lontano 2017, dopodiché non ho più fatto trascorrere un anno senza tornare fra i profumi intensi che il sole di giugno regala al fazzoletto di terra color magenta, incastrato in un puzzle di distese verdi e gialle del Campidano di Oristano, a pochi chilometri dal piccolo borgo di Riola Sardo.

Dopo essere stata accompagnata, da Signor Elvio in persona, in una passeggiata che ha attraversato tremila anni di storia nel 2019, una storia che magicamente gravita intorno al piccolo campo di lavanda, sono tornata, anche nell'anno segnato da una pandemia globale, a Riola Sardo per un evento davvero speciale: la raccolta della lavanda.

Per diversi anni ho atteso con ansia il giorno in cui avrei partecipato alla raccolta ed assistere finalmente da vicino alla mietitura della Lavanda di Elvio, tra il silenzio che ha il retrogusto di salsedine e l’oro degli sterminati campi che dipinge il cielo blu, è stato profondamente emozionante.

Il sorriso perenne di Elvio, l’eleganza di Anna, sua moglie, che profuma di lavanda e gli occhi carichi di orgoglio di Nicola, suo figlio, avevo già avuto modo di portarmeli via negli anni precedenti. In uno strambo 2020 ho trovato questo e anche qualcosa di più in quel campo di lavanda iper super ultra fotografato.

Signor Tullio, ad esempio, 82 anni e una camicia inamidata sotto il sole cocente, con Alessandro, suo nipote, nove anni compiuti proprio durante la falciatura, e sua ombra costante, piccolo capo raccolta al quale non è sfuggito che Signor Nino, allergico alla lavanda ma non per questo demotivato, si è fermato un attimo a chiacchierare con Signor Lucio, inguaribile dongiovanni, mentre Signor Camillo completava con la carriola viola duecento chilometri a piedi andando e tornando con mazzi di lavanda profumosa appena raccolta.

Fra Luigi con la sua chiacchiera infinita, Francesco che si è presentato con un aggeggio volante, Emanuele che se la fischiettava, c'erano anche le meravigliose Donne della Lavanda, protagoniste indiscusse, che prima che parta il carico di lavanda per la distilleria Bio Agri Silla di Silanus, ai piedi del Montarbu, dove il fiore diventerà olio essenziale, prendono un mazzo di fiori viola e tutte ficcate dentro il furgoncino dalla marmitta scoppiettante fanno “cheese” per la foto di rito di buon auspicio.

La donna che vorrei diventare ha le mani eleganti e agili, magari con un anello al dito fatto di pietre preziose confezionato in un paese lontano, ricordo di un viaggio bellissimo.

La donna che vorrei diventare profuma di lavanda, è gentile, ha una buona parola con tutti, ride, ride sempre.

La donna che vorrei diventare è paziente, intreccia fili e trame slegando i suoi pensieri, in silenzio, capo chino sul suo lavoro certosino.

La donna che vorrei diventare è fiera dei propri figli che ha visto diventare uomini da lontano, non si lamenta perché sa bene che loro sono come gli aquiloni: voleranno, sogneranno, vivranno ma in ogni volo, in ogni sogno e in ogni vita rimarrà per sempre l'impronta dell'insegnamento che lei ha dato loro.

La donna che vorrei diventare è coraggiosa, rischia, non si arrende, vince e sbanca tutto con umiltà.

Ed infine, la donna che vorrei diventare, in un campo di lavanda, entra senza paura, si sporca le mani, suda, ha gli stessi compiti di un uomo, è instancabile, precisa e respira a pieni polmoni la sua libertà.

La raccolta della Lavanda di Elvio è una festa, un po’ come la vendemmia, un momento dove non c’è spazio per nient’altro se non per animi leggeri, racconti antichi, pettegolezzi paesani, prese in giro cordiali.

Sono rimasta ficcata in mezzo a tutti gli amici di Elvio, che ogni anno accorrono ad aiutarlo, per diverse ore, per loro ero “Sa Segnorina”, rigorosamente con la R appena accennata, a carpire tutto il sapere del Campidano che scorreva fra fiumi di lavanda e un sole bollente.

La raccolta avviene la mattina, poi si pranza tutti assieme e l’atmosfera che si respira rende il cuore felice.

Dopo pranzo, dopo la foto di rito alle donne della lavanda, caricato il furgoncino, si parte alla volta di Silanus, alla distilleria nata alla fine degli anni '90 dentro una cava di calcare, qui l’azienda agricola Bio Agri Silla con passione coltiva e trasforma le piante officinali e da diversi anni si occupa anche di apicoltura, producendo mieli monoflora, propoli, pappa reale e miele in favo.

Ogni giorno, a fine raccolta, la destinazione è Silanus, vai e vieni, vieni e vai. Il tempo che intercorre tra la raccolta della lavanda e la sua distillazione infatti deve essere il più breve possibile per mantenere intatte tutte le sue proprietà che verranno custodite poi nell'olio essenziale.

Una volta che i grandi mazzi di lavanda vengono pigiati dentro il distillatore e questo entra in funzione, l'aria tutt'intorno si impregna del magico profumo armonizzante dell’olio essenziale di lavanda che, goccia dopo goccia, riempie una piccola ampolla.

L'attesa del risultato finale si trasforma in trepidazione, l'apprensione mista alla fiducia che ho visto negli occhi di Elvio quel giorno chi la scorda più!

E potrei stare ore qui a raccontare quanto bello è stato per me andare oltre ancora una volta, vivere intensamente questa realtà sarda che ancora in tanti non conoscono, ma mi limiterò a dirvi che nel 2021 la storia si ripeterà, vorrete mica perdervela?!

Segnate in calendario: “Dal 1' al 30 giugno 2021 - andare al campo di lavanda di Elvio; Primo weekend di luglio 2021 raccolta della lavanda di Elvio - fare foto ma, soprattutto, andare oltre.”

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Durante la raccolta della lavanda ho scattato 957 foto. In una compaio io, solo perché c’era una cara amica nei paraggi, sennò manco questa, perchè... 

“Aspè che devo inseguire Signor Camillo con la carriola viola; no guà little Alessandro che sta sgridando Signor Nino; - oh Erica fammi una foto con Don Isidoro! - ; No aspè che voglio provare a tagliare la lavanda; - Oh Sa Segnorina itta dottu se fadendi? - ; no vabbè, adesso questa farfalla gigante la inseguo!; - ma la figlia del nipote del cognato della moglie di coso lo sapevi che... - shhh che devo ascoltare i pettegolezzi riolesi!; che sete! Aspè che bevo dalla fontana automatica-a-mano davanti alla Club House; vabbè toh, mi siedo tre secondi e mi fai almeno una foto ricordo nel campo di lavanda!”

Tags: cosedafareaoristano, lavandadielvio

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