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Cosa fare nei dintorni di Sassari in un giorno: IL MARE (Nord Ovest Sardegna on the road)

Lasciata la necropoli de Su Crocifissu Mannu , il caldo torrido del due di luglio mi trascina nel posto perfetto per lui: il mare. Seguo quindi le indicazioni per Platamona, la spiaggia più celebre nella zona, nota ai più come “la spiaggia dei sassaresi“.

Il litorale è lunghissimo e il panorama, che si guardi verso est, ovest o nord, è mozzafiato.

All’interno del Golfo dell’Asinara (l’Isola si staglia proprio davanti), l’arenile sabbioso dalle acque cristalline, dotato di tutti i servizi e di ogni comodità (e parcheggi a volontà!), si allunga verso est fino alla Marina di Sorso e verso ovest, quindi verso Porto Torres, lascia spazio ad imponenti formazioni di roccia, le cui gradazioni di colore passano da dorato a bianco sotto l’occhio vigile di una grossa torre che sembra adagiata sul mare. Decido quindi di rimettermi in macchina per raggiungerla.

Proseguendo sulla SP81 direzione Porto Torres, tra un’ombrosa pineta, raggiungo la torre aragonese di Abbacurrente. Si erge su di un bancone di roccia, era una torre da segnalazione facente parte del sistema difensivo costiero sardo, ora ristrutturata si lascia sfiorare dal mare e protegge l’omonima spiaggia dalla sabbia grigio chiaro scavata nella roccia.

I colori del mare diventano più scuri man mano che lo sguardo si sposta verso l’Asinara: celeste, verde smeraldo, azzurro, blu. E mentre scruto l’orizzonte, doverosamente i neuroni strimpellano la canzone deiNegramaro…”ma guarda intorno a te, che doni ti hanno fatto: ti hanno inventato il maaaare!

Ma c’è qualcosa che attira ancor di più la mia attenzione: le bianche scogliere turritane che zigzagano per la costa verso Porto Torres. E’ più forte di me, salgo in macchina e le raggiungo.

Dal parcheggio poco distante la piccola e deliziosa chiesetta di Balai Lontanoraggiungo, con fare infantile e senza rendermi conto dell’erba alta e secca che graffiava le gambe, il posto più in cima per ammirare meglio quello spettacolo della natura. Ma essendo a strapiombo sul mare è impossibile vedere bene come invece io fortemente volevo. Mi intrufolo quindi tra alcune reti messe a protezione della scogliera (tutto il sito è stato inserito nella mappa dei siti ad alto rischio di erosione calcarea e nell’elenco dei siti a rischio idrogeologico) e quello che vedono i miei occhi mi rendono, per un istante, la persona più felice del mondo! Una caletta, un piccolo fiordo, un’insenatura dai colori che tolgono il fiato era proprio sotto i miei piedi, giù per non so quanti metri, nel silenzio più assoluto, ho smesso di respirare per qualche secondo, una di quelle bellezze che ti fa gridare a gran voce:GRAZIE A DIO SONO SARDA! ma che in quel momento toglie il fiato, tutto quello che hai nel corpo.

La stanchezza di un’intera giornata inizia a farsi sentire dopo quella vista che ha scatenato una tachicardia pazzesca, il caldo torrido non mi da tregua ma per tornare verso casa scelgo la via più lunga nonchè la più bella: laSS200 fino a Castelsardo e, da qui, la SP90 fino a Santa Teresa di Gallura. Sono le panoramiche del nord Sardegna, quelle che ogni tanto ci dimentichiamo che esistono, noi che siamo sempre di fretta, che corriamo e che non ci godiamo mai l’attimo. E’ stata la scelta migliore, in assoluto. Panorami da urlo hanno accompagnato tutta la via del rientro, paesaggi che non avevo nemmeno mai visto e nomi di paesi mai sentiti, una tranquillità nel percorrerla mai provata.

Ed è proprio quando si guida rilassati che si fa più attenzione ai dettagli, come per esempio un cartellone su una strada quasi dimenticata, che diceva così: “Vieni a Sedini a vedere la Casa nella Roccia!“. E secondo Voi potevo far finta di nulla???

Sempre vista in foto, mai il tempo di andare appositamente a vederla, imbocco immediatamente l’incrocio per Sedini, il piccolo comune dell’Anglona arroccato a 300 m di altitudine tra Castelsardo e Valledoria divenuto celebre proprio per la presenza della magnifica Rocca, così chiamata dai suoi abitanti, oggi interessante museo sulle tradizioni etnografiche della regione! Inizialmente una necropoli, sorge nel mezzo del centro abitato, e nel corso del tempo ha avuto diversi utilizzi: prigione, cava, luogo di ricovero per animali, negozio, sede di partito e abitazione privata. Considerata la cattedrale delle Domus de Janas, La Rocca di Sediniè mastodontica e dannatamente suggestiva. Io ne ho adorato ogni angolo!

Con la visita, per puro caso, de La Rocca di Sedini, si conclude alla grande la primissima tappa dell’edizione estiva de #lamiasardegnaontheroad. Spero di averVi stuzzicato.

Il Nord-Ovest è ancora tutto da scoprire ma, per il momento, da questa parte di Sardegna, E’ TUTTO!

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