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Trekking di Sardegna - Punta Corrasi (Oliena)

Ad agosto mi sono regalata una intensa due giorni in Supramonte, il massiccio montuoso al centro della Sardegna che conta 35 mila ettari fra altopiani, canyon, picchi rocciosi sopra colline morbide, doline, strapiombi mozzafiato, foreste, grotte e sorgenti suggestive. Il Supramonte non è altro che un melting pot incredibile di paesaggi fra i più disparati, così distanti, così vicini, così diversi, così simili, un piccolo continente dentro il continente che è impossibile da inquadrare, da capire; il Supramonte si fa solo amare, così, di colpo, senza tante avvisaglie.

Fra i diversi trekking di Sardegna quello che porta in cima al Monte Corrasi, nel territorio di Oliena, la cui vetta omonima è la più alta dell’intero Supramonte, è quello che regala i più bei panorami di tutta l’Isola. Come anche quello che gira intorno a Monte Novo San Giovanni (goduto durante il secondo giorno e che racconto qui), in territorio di Orgosolo, e che porta sino alla sua cima, uno dei trekking di Sardegna che bisogna fare almeno una volta nella vita.

In Supramonte si arriva in silenzio, si sale a capo chino, si arriva in cima piano piano, si alza la testa e si sentono le vertigini. No, non sono le altezze da brividi, è la bellezza. Devastante. Non c’è altra parola che la descriva meglio: la bellezza del Supramonte è devastante.

Ti sbatte addosso di colpo, si incidenta a tutta velocità nelle retine, via al cervello e poi dritta al cuore come un masso caduto giù pesante che ti si ferma dentro facendo un baccano terribile e producendo un’eco che non avrà mai fine.

Sulla cresta del Monte CorrasiSulla cresta del Monte Corrasi
TREKKING A PUNTA CORRASI DA SCALA ‘E MARRAS

Nelle prime ventiquattrore della mia entusiasmante due giorni in Supramonte ho, dopo anni di lunga attesa, finalmente conquistato il Corrasi, la cui punta tocca i 1.463 metri, quel distinto ed elegante massiccio bianco che sta sopra Oliena.

Il sentiero più classico per Punta Corrasi parte dalla località di Iscala ‘e Pradu, che si raggiunge agevolmente da Oliena, ma la sorpresa della bellezza che ci aspetta su non è la stessa passando da Scala ‘e Marras, sulla parete Est del massiccio, che, fatta in estate, regala inoltre un bel sentiero all’ombra di un verde e imponente bosco. Qua trovi la traccia GPS del trekking verso Punta Corrasi.

Panorama da Scala 'e MarrasPanorama da Scala 'e Marras

Lasciata l'auto in località Daddana il sentiero inizia proprio sopra l’improvvisato parcheggio, sempre tracciato da segno bianco rosso o dagli omini di pietra. Facendo una rapida deviazione (non segnalata) prima che la salita sotto la lecceta diventi importante, si scopre un anfiteatro segreto fra le rocce: è Sa Hasha Haffriscià, una spaccatura nella montagna dove veniva nascosto il bestiame rubato e dove un particolare microclima permette la nascita di una miriade di peonie.

Ma non è solo questione di ombra salire a Punta Corrasi dalla mulattiera di Scala ‘e Marras: è semplicemente la soluzione migliore.

È l’ultimo pezzo, quando il bosco si fa rado, si sale in cima quasi di soppiatto, si gira l’angolo e SBAM.

Panorama dal Monte Corrasi sulla piana del Cedrino e sulla valle di LanaittuPanorama dal Monte Corrasi sulla piana del Cedrino e sulla valle di Lanaittu

Succede che per un nano secondo il respiro manca, apnea involontaria, non credi a quello che vedi, non ci credi veramente. Urli, ti metti le mani sulla testa, sugli occhi, come se volessi difenderti da tutta quella devastazione. La voce trema, senti la gola che pizzica, il cuore sussulta, le lacrime te le vuoi tenere su, non si può piangere dalla bellezza, non si può. E invece sí. Si può. Il Corrasi è pura emozione.

Sulla nuda cresta del Monte Corrasi, ma non ancora sulla sua cima, il primo paesaggio che ci rapisce è, sulla sinistra, l’orizzonte che si adagia fra le creste della piana del Cedrino e della valle di Lanaittu, mentre sulla destra lo sguardo si perde su uno sterminato Supramonte. Sovrumana bellezza.

Dalla cima, la vista, manco a dirlo, è ancor più spettacolare e spazia a trecentosessanta gradi dalla sottostante Oliena fino a Nuoro ed Orgosolo (dove una bomba d’acqua, nel mentre che guardiamo, cade giù), dall’altra parte si può scorgere Dorgali con le coste di Cala Gonone, fino alle vette del Gennargentu.

Panorama verso Monte Novo San GiovanniPanorama verso Monte Novo San Giovanni

Durante la nostra conquista della vetta più alta del Supramonte, il temporale estivo ha raggiunto anche noi (ma ci ha lasciato almeno consumare il nostro pranzo leggero!) e quindi imbocchiamo velocissimi il sentiero che attraversa la zona di Sos Tuthurreris, fra grosse diaclasi conquistate da grandi tassi, e che scende in direzione Nord/NordOvest verso il vasto pianoro di Pradu, noto per i diversi endemismi presenti come il Ribes Sardoum, arbusto che si trova solo ed esclusivamente in questa zona del Monte Corrasi, non prima però di ammirare ciò che rimane dell’altare utilizzato per le scene finali del film del 1966 “La Bibbia” diretto da John Houston.

La mulattiera in ripida discesa tutta curve verso Pradu la percorriamo quasi correndo, un originale bagno d’agosto sul Corrasi ci voleva proprio!

Panorama da Punta CorrasiPanorama da Punta Corrasi
SCHEDA TECNICA TREKKING A PUNTA CORRASI DA SCALA ‘E MARRAS

Chiudiamo il nostro percorso ad anello, di circa 10 km, in 6 ore, è piuttosto impegnativo (difficoltà: EE) ma la fatica è ampiamente ripagata dall’ambiente straordinario in cui si rimani immersi per tutta la durata del trekking che conta un’ascesa cumulativa in salita e in discesa di 696 metri, un’altitudine minima di 972 metri e un’altitudine massima di 1.501 metri.

L’escursione a Punta Corrasi da Scala ‘e Marras, oltre ad essere suggestiva, è singolare per il suo aspetto botanico-naturalistico, considerato che sul Monte Corrasi sono presenti particolari e rare specie floristiche che lo rendono biotopo di interesse nazionale.

Macchina fotografica alla mano perchè lassù non è difficile avvistare l’aquila reale nonché timidi robusti mufloni.

Sulla cresta di Monte CorrasiSulla cresta di Monte Corrasi

Sono consigliati pantaloni lunghi e scarpe da trekking alte alla caviglia, un k-way per il vento che in vetta tira forte (e per gli improvvisi temporali estivi vista la mia esperienza), una protezione per la testa perchè durante il percorso in cresta gli arbusti sono bassi e non ci sono alberi dove trovare riparo dal sole e, come già consigliato per il trekking a Bacu Mudaloru, almeno due litri d’acqua, snack leggeri da sgranocchiare durante la giornata ed un pranzo leggero. Benchè il rientro da Punta Corrasi sia quasi tutto in discesa è sempre meglio lasciare le lasagne a casa!

Una volta raggiunta la macchina nei pressi della sorgente di Daddana, non lasciamo il Supramonte, ci aspetta la notte in tenda a Monte Novo San Giovanni, nonostante la pioggia e quindi salutiamo Oliena direzione Orgosolo. [to be continued]

E LA NOSTRA AVVENTURA AD ORGOSOLO CONTINUA QUA!

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